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Meno di 4 anni

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2021 (-4)   Riflessioni di tesla-model3.it a ridosso del blocco delle auto a combustione

Non abitare nelle città che hanno già deciso il blocco della circolazione ai motori a combustione già dal 2025 comporta una sottovalutazione della storica transizione alla motorizzazione elettrica.

Non piace? Ci sta, ma la transizione ci sarà. È già deciso da tempo ed è irreversibile. Link a “Città Elettriche

Oggi chi come me non abita in una delle grandi città italiani o europee che hanno già deciso il blocco della circolazione ai veicoli con motore a combustione, al momento di cambiare auto non si pone alcun problema ad acquistare un veicolo a benzina o addirittura diesel, ma tra quatto o cinque anni che valore avrà l’auto?

Chi abita nelle metropoli probabilmente conosce già la risposta e non farà piacere ascoltarla: varrà poco, molto poco. Talmente poco da poter essere attraente a chi sarà interessato ad acquistarla in quanto residente in località come la mia, dove le restrizioni al traffico sono delle curiose decisioni adottare dalle amministrazioni comunali nei periodi in cui i limiti di legge sulla qualità dell’aria vengono superati troppo frequentemente.

La verità è che ci sono due orologi che hanno iniziato a correre: il primo in uso ai grandi centri urbani segna meno quattro anni, mentre nel resto del paese segna un tempo di circa meno nove anni; così lungo da non rappresentare un problema. Oggi.

E così deve essere; del resto i residenti a Milano o Roma a chi venderanno le loro auto inutilizzabili? Certo a chi ancora non ha le limitazioni, solo che le dovranno letteralmente “svendere”.
 
Leggo spesso chi consiglia di noleggiare l’auto elettrica anziché acquistarla, ma a questo punto della storia dovrebbe essere esattamente il contrario. Si dovrebbero noleggiare le auto a combustione ed in particolare le diesel anziché acquistarle conoscendo sin da ora le date limite del loro utilizzo.
 
Si, ma l’auto elettrica costa tanto. Sono perfettamente d’accordo, ma questa verità non vale in tutte le situazioni.
 
Quante auto vedete nella vostra città o nel capoluogo della vostra regione del valore di 60, 80, 100 mila euro?

Fateci caso. Sono tante, molte di più di quanto si potrebbe credere. Con ogni probabilità oltre l’80% di questi veicoli sono diesel.

Non è assurdo, sapendo che hanno gli anni contati? Come avviene spesso per auto di questo livello di prezzo probabilmente sono in leasing od a noleggio, con un ricambio medio ogni 4 / 5 anni e quindi potrebbe essere quasi l’ultimo giro per questi veicoli.

Quante auto elettriche vedete in questa stessa fascia di prezzo? Pochissime quasi nulla.
 
Nella mia zona, con circa 50.000 abitanti ce ne saranno forse meno di dieci. E su questa fascia di prezzo sono tutte Tesla.

Considerando che la maggior parte dei proprietari di questi veicoli percorre meno di 200 Km al giorno resta difficile comprendere il motivo di questa situazione, se non valutando questi principali fattori:
 
1.       Il prestigio del marchio
2.       La finitura e gli accessori
3.       Le prestazioni
4.       La conoscenza della tecnologia del motore a combustione
5.       La non conoscenza della tecnologia del motore elettrico e dell’infrastruttura di ricarica
 
Il prestigio del marchio è un elemento essenziale. Non si spendono cifre importanti per un marchio qualunque. Audi, BMW, Mercedes, rappresentano blasoni irresistibili ed irrinunciabili in grado di offrire finiture di altissimo livello ed in grado di sfoggiare (a pagamento) una ricchissima dotazione di accessori.
 
Le prestazioni sono allineate al lignaggio dei veicoli e consentono con soddisfazione di staccare un’auto del segmento medio ad ogni partenza dal semaforo. Ogni modello dichiara un progresso tecnologico sul precedente e la tecnologia poggia su oltre 100 anni di esperienza. Chi ha questo tipo di auto non vede alternative, tantomeno concepisce un’auto senza un motore più o meno rombante sotto al cofano da rifornire con energia elettrica non si sa dove!

Nell’epoca della mobilità elettrica Audi, BMW, Mercedes ed altri importanti e storici costruttori di auto negli ultimi due / tre anni si sono accorti della necessità di adeguarsi ad un mondo che aveva già iniziato a correre ed hanno stanziato budget enormi per rincorrere il marchio leader del settore: Tesla.
 
Non lo dico io che Tesla sia leader, ma sono proprio i primari costruttori di auto.
 
Tesla per i più è un marchio sconosciuto e per moltissimi è considerato il “parvenue” di turno da guardare dall’alto in basso. In verità i grandi marchi sono i primi a considerare il produttore californiano con il dovuto rispetto, riconoscendogli un vantaggio tecnologico di almeno cinque anni.
 
Considerata quindi la nuova epoca nella mobilità, ci si deve legittimamente chiedere quale sia il marchio più prestigioso. Mi viene voglia di fare una similitudine (che deve far riflettere maggiormente rispetto allo scontato raffronto Nokia o Blackberry / Apple; e tutti sapete come è andata a finire…) e mi riferisco alla pioneristica epoca dell’elettrificazione delle città.
 
Negli USA nell’ultimo ventennio del diciannovesimo si confrontarono due distinte tecnologie, utilizzate per illuminare case e strade: la “corrente continua” e la corrente alternata”. Il prestigioso marchio Edison sembrava poter primeggiare contro il suo più acceso rivale: un certo Sig. Nikola Tesla il quale, molto meno dotato di mezzi economici ed organizzativi, non riusciva a far comprendere il proprio potenziale.
 
Edison aveva installato impianti in “corrente continua” nelle più grandi città degli Stati Uniti d’America, mentre Tesla non riusciva ad emergere con la sua bistrattata “corrente alternata”.  A prescindere dai fatti che hanno caratterizzato le vicende umane dei due, la tecnologia di Edison fu del tutto abbandonata (per l’illuminazione pubblica, s’intende).
 
A cosa è servata questa diserzione? Ad evidenziare che non sempre ciò che ci viene raccontato, anche nel migliore dei modi, rappresenta la soluzione. Il marchio Tesla con la mobilità elettrica rappresenta il marchio di riferimento per la tecnologia adottata nella batteria, nei motori, nell’entertainment, nei sistemi di guida assistita / autonoma, continuamente aggiornati “over the air”.
 
Gli interni nel tempo sono costantemente migliorati in termini di finitura anche se lontani da quanto offerto dai marchi premium europei, ma è anche lecito chiedersi se quel tipo di lusso è il lusso di cui abbiamo veramente necessità. Preferiamo la plancia rifinita con inserti in allumino satinato o un sistema che si aggiorni costantemente in modo automatico aggiungendo funzionalità sempre al passo con i tempi e che mi permetta di impostare in viaggio ottimizzando le soste e quindi le ricariche?
 
Tanto per fare un esempio: la e-Tron è un autentico salotto con le ruote, ma rispetto ad un Tesla perde senso in termini di usabilità e parlando di un’auto dico tutto… L’auto in se ha dei consumi elettrici imbarazzanti, senza contare che nessun costruttore può contare sull’infrastruttura di ricarica che solo Tesla ha saputo in questi anni e che consente di viaggiare in lungo ed in largo per l’Europa (considerando anche i ritardi dovuti alla pandemia ed all’italica lentezza).
 
Ormai abituati non diamo peso ai costi ed ai tempi di fermo del veicolo per le operazioni di manutenzione perché ci siamo abituati; è normale pagare 400, 500, 800, 1.000 euro per la manutenzione ordinaria e non ci chiediamo se la spesa possa essere evitata con l’auto elettrica.
 
Siamo appagati degli 8 o dei 6 secondi in accelerazione da zero a cento, ma non abbiamo mai provato quel cesso di auto elettrica che invece senza sforzi dimezza i ns. record.
 
Ah sì, l’autonomia. Moltissime persone percorrono meno di 200 Km al giorno (in verità la medeia è inferiore a 80 Km/giorno), eppure l’autonomia dei veicoli elettrici in grado di percorrere oltre 450 / 500 Km terrorizza!
 
È evidente la necessità di un cambio di mentalità e di abitudini.
 
Siamo abituati ad andare al distributore quando l’indicatore di carburante indica la parte bassa dello strumento. Non ci sogneremo mai di far rifornimento quando abbiamo consumato un terzo o poco più del carburante! Siamo quindi portati a comportarci come siamo abituati, mentre con i veicoli elettrici il comportamento da tenere è necessariamente diverso! Non è molto complicato, é sufficiente comportarci esattamente come facciamo abitualmente con il nostro smartphone: lo mettiamo in carica la sera quando torniamo in casa.
 
Il distributore di carburante o meglio la colonnina di ricarica è nella nostra casa (ammesso che si abbia un box auto o una corte) e se necessario si ricarica ogni sera. Molti proprietari di veicoli elettrici, caricando a casa, non hanno mai avuto necessità di ricaricare presso le colonnine pubbliche (peraltro i prezzi dell’energia sono maggiori rispetto all’abitazione), l’importante è acquistare il veicolo rispondente alle proprie esigenze.
 

Le colonnine di ricarica meritano un piccolo approfondimento. Non si poteva far peggio quanto a confusione per offrire un servizio peggiore di quanto è lecito attendersi e questo può dirsi per quanto riguarda la diffusione degli impianti, la fruibilità, l’affidabilità e le prestazioni. Tranne le paline Tesla tutte le altre abbisognano di toke, tessere ed app che a volte non funzionano e magari non accettano una comune carta di credito!
 
Per quanto riguarda la diffusione la situazione è vergognosa soprattutto in virtù del mare di denaro stanziato negli anni per vari progetti di cui non è lecito neppure chiedere dove e come siano stati spesi.
 
Su questo argomento stendiamo uno spesso manto di vergogna, sperando che i timidi segnali che finalmente si stanno scorgendo facciamo presagire l’avvio di una reale presa di coscienza anche di chi sarebbe chiamato ad amministrare questo delicato settore della ricarica (ma poi ci sarà veramente qualcuno incaricato a farlo?). I punti di ricarica stanno gradualmente aumentando anche se questioni evidentemente politiche impediscono che l’installazione avvenga nella rete autostradale probabilmente a causa delle aree di sosta e rifornimento in mano alle compagnie petrolifere. È necessario coraggio ed adottare leggi che peraltro si riveleranno entro pochi anni estremamente positive anche per le stesse compagnie petrolifere, le quali vedranno realizzarsi nuove inedite possibilità di profitto.
 
È importante evidenziare che non tutti i punti di ricarica sono uguali in quanto esistono differenti “potenze” che possono essere erogate, passando da una minimamente accettabile 22kW sino ad massimo di 250kW od addirittura 350kW. Purtroppo in troppi casi vengono installati punti di ricarica da 20kW, mentre dovrebbero essere di almeno 50kW, in ogni caso nelle autostrade vanno installati punti di ricarica da un minimo di 120kW a salire per evidenti necessità di ottenere ricariche rapide e stalli liberi in tempi celeri.
 
In ogni caso, personalmente ogni 250 / 300 Km di percorrenza continuata mi fermo per sgranchirmi le gambe o per una sosta fisiologica e l’attendere circa 30 minuti per una ricarica (magari a basso prezzo) non mi darebbe affatto fastidio. Dopo, ognuno ha le proprie esigenze…. Adesso tutti stacanovisti vero?!?
 
Meno 4 anni al reale inizio alla transizione elettrica. Iniziate a rifletterci.
 
Comprereste una nuova auto diesel oggi? E se si, per quale motivo (magari percorrete moltissimi chilometri in autostrada. E pensare che molti possessori di auto elettriche l’anno scelta proprio per questa esigenza)?
 
Adesso che avete avuto la pazienza di leggere queste righe, perché non scrivere su Facebook di tesla-model3 il vostro garbato parere? Grazie
 
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